Sj- Raimondo VIANELLO, IL NOSTRO PAPA’ GAMBALUNGA



ITALIA
giovedì 15 aprile 2010
TORNARE ALL’EDUCAZIONE E AUTOIRONIA CHE HA SEGNATO LA VITA DI RAIMONDO VIANELLO
fonte: DIRETTORE MARIOLINA SAVINO

NON E’ RETORICA, E’ REALTA’: LA MORTE DI VIANELLO CHIUDE UN PERIODO IMPORTANTE DELLA NOSTRA STORIA, DI OLTRE MEZZO SECOLO, FRA TELEVISIONE E VITA VERA DEGLI ITALIANI.

GLI ULTIMI CINQUANTANNI ED OLTRE, SONO STATI CARATTERIZZATI DALLA GRANDE IRONIA E L’ARTE DEL SORRISO, FUORI DALLA SUA “SCORZA” APPARENTE.

Per noi bambini di allora, RAIMONDO era papà gambalunga, Sandra Mondaini la sbirulina, moglie e collega e la coppia, in tempi scevri da internet, facebook; con tanta famiglia matriarcale e patriarcale intorno, era un appuntamento immancabile dopo Carosello con la televisione.

I miei figli nonostante la giovane età, spesso parlano di questi personaggi avendo colto, della loro lunghissima esperienza di vita e di artisti, qualcosa che con il tempo è divenuto un valore tanto grande quanto lo è la loro fragilità umana che con la morte, scompare, mentre rimane alla storia, tutto quello che così generosamente hanno seminato.

Quello che mi incupisce e pensare ad una parte della vita che negli ultimi anni del ‘900, è ormai definitivamente andata via con il tempo, che non guarda in faccia a nessuno, e come nella vita di ognuno di noi, alcuni personaggi televisivi, riportano alla mente i nostri cari, padri, madri, zii, che si univano davanti alla televisione, quando in giro se ne trovavano davvero poche.

Certo la televisione in quel tempo era nel bene e nel male uno strumento anche educativo, forse troppo ingessato, ma univa l’Italia, dal Nord al Sud con le immagini e con il mondo che cambiava.

La minigonna e i pantaloncini corti, divenivano meno criticabili se a mostrarli era la televisione e la moda, per noi ragazzi, era l’unica maniera per sentirci alternativi, per dire che la vita era la nostra e che, non accettavamo i modelli che i nostri “matusa” ci volevano imporre.

Al giorno d’oggi la televisione è l’interfaccia della vita quotidiana, lo stress lo riviviamo nei salotti buoni del piccolo schermo con le urla e un italiano non sempre corretto, con il tutto contro tutti di persone della strada o di politici, giornalisti, artisti…
Si è persa l’autoironia ed è dilagante l’autoreferenzialità, il rispetto, l’educazione anche civica spesso vanno a farsi benedire, mentre lo spaccato sociale mostra anche una parte di giovani, che invece sono l’eccellenza dell’Italia e delle nostre Università, troppo spesso costretti ad emigrare altrove.

Con Raimondo Vianello, volano via quelle parole antiche del: “Quant’è bella giovinezza che si fugge tutta via, chi vuol esser lieto sia…del doman non v’è certezza!”

Per l’esempio e per quanto il mondo ha da imparare da tali personaggi, senza tema di smentita, mi sento di dire a nome di tutti i miei lettori: GRAZIE RAIMONDO!