SEMINARIO SULLE INTERCETTAZIONI E LIBERTA’ DI STAMPA

PERUGIA
domenica 14 dicembre 2008
GIORNALISMO- INTERCETTAZIONI E LIBERTÀ DI STAMPA
fonte: redazione click

L’Unione cronisti dell’Umbria, con il patrocinio e la collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e dell’Associazione Stampa Umbra, ha organizzato il Seminario “Intercettazioni e libertà di Stampa” che si terrà Mercoledì 17 dicembre 2008 alle ore 14,15 presso la Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni a Perugia.
schedastampa

L’editorialeJournal- Italia razzista? Ma mi faccia il piacere!

Quando i guai uno non li ha,

se li va a cercare!

L’Editoriale

direttore Mariolina Savino

Da qualche mese siamo diventati improvvisamente razzisti! Noi che abbiamo esportato la buona cucina nel mondo, che siamo stati amati ovunque e che ricordiamo ancora le ferite dell’emigrazione meridionale.

Forse fra tanti bravi italiani anche un pò di cattivi soggetti sono approdati nelle Americhe, ma non per questo tutti gli italiani sono stati fetentoni!

Quello che come al solito l’italiano medio non riesce a capire è di come da una paglia se ne fa un pagliaio.

E quanto sia pericoloso percorrere certe strade che portano davvero a sobillare un razziamo che in verità non esiste nell’animo dei più, se non in casi isolati, dove invero, andrebbero fatte approfondite ricerche prima di sparare i soliti caratteri cubitali a quattro colonne!

Noi italiani non abbiamo l’animo razzista, siamo seccati quando succedono fatti gravi, ci può essere, visto che è sempre incinta la mamma degli imbecilli, qualche facinoroso che può avere alle spalle altri problemi, ma da qui a targarci come razzisti il passo è davvero lungo.

La politica ancora è troppo lontana dalla gente e spesso crede che il popolo sia fatto da soggetti passivi e ignoranti, ma tutti fortunatamente hanno il buon senso di saper distinguere fra rari atti di vero razzismo e questioni legate alla delinquenza comune e alla degenerazione di alcune periferie italiche.

Il razzismo è una brutta parola, con un pessimo significato e che non porta mai a nulla di buono, quindi cautela con le troppe parole in libertà che possono far danno più di quello che sembra.

Quegli stessi politici dovrebbero pensare alla Borsa che crolla e trovre soluzioni con la maggioranza invece di sollevare continuamente polveroni per essere presenti ai propri adepti.

Signori, un po’ di serietà per favore.

L’Italia ha bisogno di gente attiva e laboriosa, bianca, nera, gialla, l’importante è fare e rispettarsi l’un l’altro, senza disperdere il lavoro di questi anni d’integrazione che ha visto impegnati tanti volontari, la chiesa e molti politici che amano il loro paese e la multietnia.

GiornalistiJournal- Diatribe sulla carta stampata, tv e on line… non sarebbe meglio telefonare?

Facci e Travaglio

telefonatevi, please

Credo, anzi sono sicuro, che Filippo Facci non abbia il numero di telefono di Marco Travaglio, e che Marco Travaglio non abbia quello di Filippo Facci. È altrettanto certo che l’uno non conosca dell’altro neppure l’indirizzo di casa, e men che meno quello di posta elettronica.
Non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui da anni i due giornalisti per conversare, discutere, litigare, polemizzare e ora anche per insultarsi occupano carta di giornale, spazi sui siti web, minuti di televisione di Stato e non. Per dire: solo sul nostro Giornale, dal 7 aprile del 2002 fino all’altro ieri Facci ha scritto 121 articoli su Travaglio. Il quale ha ovviamente replicato sull’Unità. Insomma i due mettono in piazza i loro personalissimi bisticci come fossero in una commedia napoletana, quando marito e moglie spalancano le finestre per far sentire a tutti quant’è fetente quell’altro.
Si potrebbe obiettare che nel caso di Facci e Travaglio non si tratta di personalissimi bisticci ma di questioni di pubblico interesse. All’inizio era così. I due sono portatori di opposte Weltanschauung su politica e giustizia: garantista l’uno, giustizialista l’altro. E di questo parlavano, anzi dibattevano: di Tangentopoli, Di Pietro, Craxi, Berlusconi. All’inizio. Poi sono un cicinino scivolati sul piano personale: tu sei un forcaiolo, taci tu che sei un servo del padrone, e così via. Dalla contestazione delle idee si è passati al rimprovero personale: e noi lettori abbiamo appreso particolari anche intimi che perbacco, chi se l’immaginava.
Negli ultimi giorni, ad esempio, non è che i due abbiano sbracato, però insomma. L’altro ieri Travaglio su Dagospia ha scritto che «il noto poveraccio del Giornale, quello con le meches», è «in preda a un’ossessione che andrebbe curata» e gli ha rimproverato le marachelle dell’adolescenza, quando rubava le scatolette di caviale, e da «un ex ladro» Travaglio non prende lezioni di morale. Ieri, sempre su Dagospia, Facci ha replicato che Travaglio è «uno spettacolare buffone», «un infame» e pure «un deficiente»; quindi ci ha tranquillizzato sui propri capelli mettendoci tuttavia un po’ di ansia sulla virilità del rivale: «Io ho le meches come Travaglio ha una protesi del pene».
Ho grande stima di tutti e due, lavoro con Facci e di Marco sono amico da tanti anni. Ma proprio per questo mi permetto un consiglio: il talento dedicatelo ad altro, e se volete parlare delle protesi vostre, telefonatevi. Il numero ve lo do io.
(P.S.: Però anche il sottoscritto è un bell’elemento: non potevo telefonare, ai due?). (il Giornale)