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“Siamo stati di manica larga”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, parlando a Confcommercio e riferendosi alle proteste del mondo della scuola. “Abbiamo detto: manifestate come volete, dove volete, ma non potete impedire a chi vuole studiare e a chi vuole insegnare di esercitare il proprio diritto”. Il premier ha aggiunto che solo per aver detto questo è stato frainteso dalla stampa. Sempre riferendosi alle contestazioni, Berlusconi ha sottolineato: “Possono manifestare, ma mi dispiace che manifestino contro cose che non esistono. Per la scuola elementare abbiamo fatto le scelte del buon padre di famiglia”. Rispetto a chi dice che non ci sarà il tempo pieno, il premier replica: “E’ assolutamente il contrario, ci sarà il 50% di classi in più che potranno fare il doposcuola”.
Comunicato stampa
La loro tattica rimane la solita: spacciare falsità a ripetizione, obbligando noi e il governo a cercare di smentirle: occupare le scuole e cercare di allargare la protesta portando oltre la legalità le iniziative di protesta, allo scopo di cercare l’attenzione dei media e di provocare ulteriore confusione. Da ultimo rifugiarsi nel vittimismo se il premier Berlusconi dichiara di voler tutelare la libertà di quanti vogliono continuare a studiare e a lavorare in pace oppure se i carabinieri respingono una manifestazione non autorizzata prima che blocchi una stazione ferroviaria, come avvenuto due giorni fa a Milano. Politicizzazione, falsità, vittimismo: la tattica della sinistra non cambia mai.
E’ necessario reagire, con la forza della verità. Per questo mettiamo a tua disposizione in www.ilpopolodellaliberta.it le slide con i dati presentati nella conferenza stampa di ieri dal presidente Berlusconi e dal ministro Gelmini. Altra documentazione per confutare le menzogne della sinistra le trovi in www.governoberlusconi.it. Infine, ti segnalo alcune iniziative spontanee sorte on line in questi giorni: il sito www.forzagelmini.com e la petizione a sostegno del maestro unico o prevalente, che trovi qui: http://firmiamo.it/perilmaestrounico.
Ringraziamo per il giusto supporto e il sostegno della verità e del cambiamento necessario se non vogliamo che la scuola faccia la stessa fine che stava per fare Alitalia: fare fallimento.
Cordialmente,
on. Antonio Palmieri
responsabile comunicazione elettorale e internet Forza Italia/PDL
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Si è svolto l’incontro per l’aggiornamento sul progetto International Culinary Academy e il sopralluogo alle sale di Villa Redenta.
In vista dell’inaugurazione che si terrà venerdì 19 settembre, il Consiglio comunale di Spoleto, insieme al sindaco Massimo Brunini, all’assessore Patrizia Cristofori, all’assessore della Provincia di Perugia Giuliano Granocchia e ai membri della III Commissione consiliare permanente della Provincia di Perugia, presieduta dal Presidente Paolo Borgioni, ha voluto visionare direttamente i lavori che hanno interessato in questi anni l’intera struttura di Villa Redenta.
a cura di
Maria Teresa Pellicori
Borghi : “Non scardinare impianto che assicura diritto all’istruzione e coesione. Con gli istituti comprensivi la scuola di montagna ha fatto scuola.”
Viva preoccupazione dell’Uncem per le notizie di questi giorni circa i programmi di riorganizzazione dell’istruzione, con particolare riguardo alla scuola dell’obbligo, che stanno tenendo in allarme gli oltre quattromila piccoli Comuni montani italiani, dove la scuola rappresenta la garanzia del diritto all’istruzione e il principale presidio per garantire la coesione sociale in un territorio già di per sé complesso.
“La questione è molto delicata – dice il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi, che ha chiesto al ministro Gelmini un incontro urgente e la convocazione di una sessione straordinaria della Conferenza Unificata dedicata a questo tema – e necessita di una immediata apertura di confronto.
La scuola italiana ha avuto proprio nei territori montani un esempio di riorganizzazione importante, sia sotto il profilo funzionale sia sotto quello del miglioramento della qualità formativa grazie alla nascita degli istituti scolastici comprensivi previsti dalla “Legge sulla Montagna”, la legge 97 del 31 gennaio 1994.
Grazie a quella norma si può dire che la scuola di montagna abbia fatto scuola, considerato che lo strumento dell’istituto comprensivo è stato poi esteso all’intero territorio nazionale con risultati positivi.
Lungo quel versante, il sistema delle autonomie locali della montagna italiana – Comuni e Comunità Montane – hanno avviato una politica di riorganizzazione scolastica, di investimenti sull’ammodernamento delle infrastrutture e di sperimentazione di modelli innovativi che hanno avuto il pregio da un lato di raccordare la scuola con il territorio e dall’altro di non sguarnire la montagna italiana di un presidio essenziale, oltre che di un diritto per le giovani generazioni di queste aree“.
Il livello di presidio e di qualità formativa assicurato dalla scuola rischia oggi di essere compromesso se si realizzeranno alcune iniziative diffuse dalla stampa, sebbene non ancora ufficializzate dal ministro.
Non considerare il tema della specificità montana nell’approccio alle politiche di riordino rischia di creare condizioni di involuzione su un settore così delicato e fondamentale, che da un lato assicura la parità dei diritti e dall’altro garantisce la coesione sociale del Paese.
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